Il meteo extra-Sistema Solare.
Si sa che attraverso i nuovi strumenti tecnologici, le osservazioni fatte dagli astronomi sono sempre più precise e sempre più incredibili! Una di queste è l’annuncio fatto dal team di Alain Lecavelier des Etangs (Institut d’Astrophysique de Paris) in relazione all’esopianeta HD 189733b nella costellazione della Volpetta in corrispondenza della Nebulosa Manubrio. Il pianeta è un gigante gassoso e si trova a poco più della distanza Terra/Sole (che ricordo essere 150 milioni di km) rispetto alla sua stella; ha una temperatura superficiale di 1000°C e nonostante siano state individuate molecole importanti come il metano e l’anidride carbonica, è comunque inadatto a ospitare la vita!
Le osservazioni fatte dal team di Alain Lecavelier des Etangs, hanno messo in evidenza come ci sia stato un rapido e incredibile cambiamento nell’atmosfera del pianeta a seguito di un’improvvisa fiammata della stella madre. La vicinanza e l’umore ballerino della stella principale permette agli scienziati di poter osservare e analizzare lo spettro stellare e durante il transito del pianeta, cogliere quegli elementi chimici che normalmente non appartengono alla stella e che quindi devono per forza provenire da HD 189733b. Questo permette di vedere come reagisce l’atmosfera di un pianeta gassoso quando è sottoposto a radiazioni ultraviolette o raggi X.
Secondo Lecavelier: ” La prima serie di osservazioni erano in realtà deludenti, dal momento che non hanno mostrato alcuna traccia dell’atmosfera del pianeta. Solo con la seconda serie di osservazioni, ci siamo imbattuti in qualcosa di veramente interessante! ”
Questa differenza di dati fra la prima e la seconda osservazione hanno fatto subito escludere un cambiamento nel pianeta stesso, infatti, benché sia caldo non lo è abbastanza per fare evaporare in modo così drastico gli strati più esterni dell’atmosfera. Avendo la certezza che l’estrema vicinanza del pianeta alla sua stella, crea un’incidenza della radiazione X 3 milioni di volte superiore rispetto all’incidenza della stessa radiazione sulla Terra, è stato abbastanza facile trovare il colpevole!!! Attraverso il satellite Swift, si è potuto osservare questa incidenza: poche ore prima che Hubble osservasse il pianeta per la seconda volta, Swift ha registrato un potente flash di radiazione proveniente dalla superficie della stella, notando che per breve tempo essa è diventata 4 volte più luminosa nella banda dei raggi X. (Fonte: spacetelescope.org)
Varie ed eventuali.
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Intanto i primi risultati della conferenza stampa della NASA, ci dicono che Curiosity ha scoperto tracce di molecole organiche, ma non di vita. Pare che l’acqua di Marte sia più pesante della nostra e siano presenti sulla superficie del pianeta elementi come cloro, deuterio, zolfo e molecole organiche semplici.
2. MRO (la sonda che staziona attorno al nostro satellite naturale) ha rilevato tracce di elio nella tenue atmosfera lunare. “La questione ora è: l’elio ha origine dall’interno della Luna, per esempio, a causa del decadimento radioattivo di rocce o da una fonte esterna, come ad esempio il vento solare?” questa è la domanda che si pone il Dott. Alan Stern (ricercatore e vice presidente del Space Science e la Divisione Engineering Southwest Research Institute, Boulder, Colorado). Dice sempre Stern: “Se troviamo che il vento solare è il responsabile, questo ci insegnerà molto su come lo stesso processo operi con altri corpi con un’atmosfera così tenue. ” (Fonte: nasa.gov/mission_pages/LRO )
3. Gli astronauti della missione ESA CAVES portano in superficie una nuova forma di crostaceo, mai osservata prima sulla Terra.
“Lunghi soltanto 8 mm, questi animali appartengono al sottordine degli isopodi terrestri, comunemente noti come porcellini di terra, o onischi.” Gli onischi vivono completamente fuori dall’acqua a differenza dei loro parenti più prossimi come le aragoste o i gamberetti.
“Questa scoperta è importante perchè si pensava che i pochi onischi acquatici di cui siamo a conoscenza fossero forme primitive da cui i porcellini di terra si erano evoluti. È chiaro adesso che questi animali si sono evoluti per vivere di nuovo nell’acqua.” spiega lo specialista degli isopodi Stefano Taiti. “Questa scoperta conferma anche la teoria che l’evoluzione non è un processo a senso unico, ma che le specie possono evolvere ad una forma di vita in habitat precedentemente dimenticati.” (Fonte: esa.int/esaCP )
Dal Cosmo è tutto….CIELI SERENI.
Francesca