Kepler-444 è una stella della sequenza principale di colore arancione con caratteristiche molto simili a quelle del nostro Sole.
Presenta anch’essa un sistema di cinque esopianeti che le ruotano attorno. Ha però la caratteristica di essere moto più vecchia del nostro astro: mentre il Sole ha un’età stimata di 4,5 miliardi di anni, Kepler-444 ha un’età stimata di 11,2 miliardi di anni. E’ quindi una stella che si è formata quando il Cosmo era ancora relativamente giovane. Questa caratteristica lo colloca come il più antico sistema stellare conosciuto.
La stella Kepler-444 si trova a 117 anni luce da noi nella Costellazione della Lira. I cinque esopianeti che le ruotano attorno hanno dimensioni simili ai nostri pianeti rocciosi: il più piccolo ha una taglia simile a quella del nostro Mercurio, mentre il più grande assomiglia, nelle dimensioni, a Venere. Gli scienziati non possono dire più più sulla loro composizione; se non che sono rocciosi.
Tutti e cinque i pianeti alieni completano un’orbita in meno di 10 giorni, il che significa che sono quasi certamente molto vicini al loro astro e quindi troppo caldi per sostenere la vita come noi la conosciamo. Ma Kepler-444 rappresenta un precedente e questo suggerisce l’esistenza di altri antichi sistemi planetari che potrebbero essere più ospitali.
Tiago Campante (Università di Birmingham – Inghilterra) autore dell’articolo comparso su Astrophysical Journal , in merito a Kepler-444, ha detto: “Ora sappiamo che i pianeti delle dimensioni della Terra si possono essere formati quando l’Universo era l’80% più giovane rispetto a ora; questo potrebbe aver permesso alla vita di svilupparsi nella galassia miliardi di anni fa.”
In questa nuova prospettiva quindi, la vita sulla Terra potrebbe essere qualcosa di poco nuovo nella Via Lattea.
Campante e i suoi colleghi hanno scoperto il sistema di Kepler-444, dopo aver analizzato i dati raccolti dal telescopio della NASA Kepler. Kepler è un telescopio che ha lavorato analizzando stelle presenti in sole tre costellazioni Lira, Cigno e Drago.
Kepler può anche raccogliere i cambiamenti di luminosità causate da onde sonore all’interno della stella che influenzano la temperatura e, quindi, la luminosità stessa. Studiando queste oscillazioni naturali – disciplina nota come asterosismologia – gli scienziati possono determinare le dimensioni, la massa e l’età di una stella.
Il co-autore dell’articolo Daniel Huber, della Università di Sydney – Australia ha specificato: “Quando l’asterosismologia emerse circa due decenni fa, potevamo utilizzare solo il Sole e alcune stelle luminose come campioni osservativi, ma grazie al telescopio Kepler, possiamo ora applicare la tecnica a migliaia di stelle.” Con ottimi risultati, come la ricerca conferma. “Astrosismologia ha permesso di misurare con precisione il raggio di Kepler-444 e quindi le dimensioni dei suoi pianeti” ha aggiunto. “Per il più piccolo pianeta del sistema Kepler-444, che è leggermente più grande di Mercurio, abbiamo misurato la sua dimensione con un margine di soli 100 chilometri d’errore.”
(Fonte: space.com )
Qui sotto un video dell’INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica) che mostra una rappresentazione del sistema di Kepler-444.
Varie ed eventuali.
1. L’immagine proposta qui sotto è stata scattata dal rover Opportunity sul suolo marziano nel suo 84° giorno (o Sol così si chiamano i giorni su Marte) dallo sbarco.
Queste piccole sferule chiamate “mirtilli”, sono formate da ematite (un minerale ferroso). La foto comprende una zona di appena 3 cm ed è stata scattata con la termocamera microscopica sul braccio robotico di Opportunity. La zona dello scatto è accanto al Fram Crater.
Opportunity lavora incessantemente sul suolo di Marte da 11 anni, anche se ultimamente delle difficoltà di memoria non gli permettono di immagazzinare e inviare a terra i dati. La vita del piccolo rover era stimata in soli 3 mesi: Opportunity ha abbondantemente soddisfatto le aspettative!!
(Fonte: nasa.gov/jpl )
2. La foto qui sotto proposta, è della galassia M82 (detta galassia Sigaro). Si trova nella Costellazione dell’Orsa Maggiore a 12 milioni di anni luce da noi.
E’ una foto abbastanza inusuale per questa galassia che è molto conosciuta per la sua attività del nucleo centrale, mentre qui da una sensazione di apparente tranquillità.
Un team internazionale di astronomi guidati da Eskil Varenius del Chalmers University of Technology di Göteborg – Svezia, ha utilizzato il radiotelescopio LOFAR per creare la più nitida immagine astronomica mai presa in lunghe lunghezze d’onda radio.
L’immagine mostra il centro luminoso della galassia M82 e soprattutto i resti luminosi di esplosioni di supernova. Nel centro di questa galassia, si stanno formando stelle molto più velocemente la nostra galassia (si pensa anche grazie a un passaggio ravvicinato con la galassia M81 che ne ha perturbato la tranquillità).
(Fonte: spaceref.com )
Ecco M82 nell’ottico:
Ed ecco come appare in un’immagine composta da riprese ottiche, nella banda X e infrarossa.
Dal Cosmo è tutto….CIELI SERENI
Francesca