Un enigma avvolgeva il Sole….e scrivo avvolgeva non a caso!!!
Perchè la corona solare era più calda della stessa superficie del Sole? La corona solare potrebbe paragonarsi alla nostra atmosfera…..appartiene al Sole, ne è in contatto, ma la sua natura e il suo comportamento sono diversi rispetto a quello del gas superficiale. Il comportamento della corona è così diverso da portare questa zona esterna del Sole a essere milioni di gradi più calda della superficie stessa della stella! Un enigma appunto!!
Ma forse abbiamo le prime risposte: alcuni scienziati apparteneti al Lockheed Martin Solar and Astrophysics Laboratory (LMSAL), NCAR e dell’Università di Oslo, hanno focalizzato la loro attenzione su un particolare fenomeno che avviene sulla superficie del Sole, detto spicole. Le spicole sono “piccoli” getti di idrogeno riscaldato, che dalla superficie del Sole (precisamente dalla cromosfera) si liberano nell’atmofera della nostra stella; sono fenomeni altamente soggetti al magnetismo del nostro astro. Alcune di loro possono raggiungere una velocità di 100 km/sec per poi “perdersi” nel plasma della corona solare molto rapidamente…….su queste si è focalizzata l’attenzione degli scienziati. Utilizzando Solar Dynamics Observatory della Focal Plane Package per l’ Optical Solar Telescope (SOT) installati sul satellite giapponese Hinode, hanno potuto verificare che vi è una diretta relazione fra queste tipo preciso di spicole e il surriscaldamento del plasma della corona. Ora resta da determinare in che modo questo surriscaldamento avvenga e quale sia la “miccia” che genera tanto calore! (Fonte: media.inaf.it)
Galassia nana con sorpresa!
Ancora nuove notizie dall’enigmatico mondo dei buchi neri!!! Una recente osservazione della galassia nana Henize 2-10 ha permesso di ipotizzare che al suo interno ci sia il potente cuore pulsante di un buco nero: fatto unico per una galassia di questo tipo!
La scoperta è avvenuta in modo casuale, come spesso accade nel mondo della scienza. Si sta facendo altro e…oplà! la scoperta eccola qua!! Mentre si studiava questa piccola galassia a 30 milioni di anni luce dalla Terra per analizzare il suo tasso di formazione stellare, si è notato che in un punto preciso della piccola galssietta (quello indicato con il puntino nella foto qui sopra), provenivano intense onde radio…..
A questa prima analisi (fatta dal telescopio Hubble e dal VLR), è seguita un’analisi fatta con il telescopio Chandra che opera nella banda X, dando conferma della forte emissione da parte di quella zona….inequivocabile l’impronta della singolarità ! Le dimensioni del buco nero sarebbero paragonabili a 1 milione di masse solari in una galassia di appena 3000 anni luce nel suo punto di massima estensione (la Via Lattea misura 100.000 anni luce)
La cosa è sembrata subito strana, perchè fino a ora si era portati a pensare che le galassie che ospitano un buco nero al loro interno, hanno una struttura precisa, con tutta la materia ben disposta nella zona del disco, un accalcamento di stelle nella zona centrale e soprattutto la presenza di un bulge (il rigonfiamento tipico della zona centrale della galassie a spirale). Per Henize 2-10 non è così: il bulge è assente.
Quello che stanno ora cercando di capire gli astronomi è se questa galassia può aiutare a risolvere un problema importante che interessa le galassie in toto: è nato prima il buco nero o la galassia?? Osservando Henize 2-10 sembrerebbe che il buco nero venga prima. Se così stessero le cose, allora il caso di questa galassia nana non è isolato e potrebbe mostrarci come erano le prime galassie che si stavano formando miliardi di anni fa! (Fonte: media.inaf.it )
Strange fruits!
Nelle scoperte più affascinanti c’è sempre di mezzo il grande Telescopio Spaziale Hubble: ecco la sua ultima foto che ha fatto scalpore!
Quello che sia questo strano oggetto verde è stato facilmente determinabile dagli studiosi: si tratta di un filamento di materia che ruota attorno alla galassia IC 2497 a cui appartiene. La sua estensione è stata misurata in 300.000 anni luce. La galassia IC 2497 si trova a 650 milioni di anni luce da noi nella costellazione del Leone Minore.
Si pensa che questo filamento provenga dalla materia espulsa da un quasar ormai spento, che si trovava nel nucleo galattico; il fatto che nell’ottico ne vediamo solo una parte, è perchè osserviamo una piccola porzione di filamento che viene illuminato dalla zona centrale della galassia: qualla zona di filamento rientra nel cono di luce che IC 2497 proietta verso di noi. (Fonte: hubblesite.org)
Dal Cosmo è tutto…..
Francesca