I TNO SCOPERTI CON DES (DARK ENERGY SURVEY)

Come spesso accade nei momenti di ricerca e osservazione, si è li per studiare una cosa e se ne scopre un’altra. E’ il caso delle ricerche che si stanno portando avanti con DES (Dark Energy Survey), un progetto che si prefigge di sondare le dinamiche di espansione dell’Universo e la crescita della struttura su larga scala. Ma gli anni di ricerca finora dedicati all’analisi delle supernovae che esplodono in altre galassie lontane, ha portato a una inaspettata scoperta di nuovi TNO (Oggetti Transnettuniani) e non solo.

Rappresentazione artistica del Sole e di un  TNO - Copyright degli aventi diritto
Rappresentazione artistica del Sole e di un TNO – Copyright degli aventi diritto

Gli autori principali di questo studio, sono due studenti universitari del Carleton College of Northfield in Minnesota, che partecipano al programma DES: Ross Jennings e Zhilu Zhang. I due ricercatori sono coordinati dal dottor David Gerdes dell’Università del Michigan.

Lo studio è stato portato avanti per 2 anni su un campione di oggetti che hanno “invaso” il campo d’osservazione di DES; sono poi stati fatti calcoli e osservazioni per suddividere i TNO dagli asteroidi interni che si frapponevano fra DES e l’obbiettivo dell’osservazione, analizzandone infine  la traiettoria.

Mentre gli asteroidi che vagano internamente, passano rapidamente attraverso i piccoli campi di osservazione di DES, i TNO si muovono intorno al Sole molto più lentamente. Ad esempio, Plutone (che si trova a una distanza di circa 40 UA dal Sole – 1 UA= 150 milioni di km-), ha un moto apparente di circa 27 secondi d’arco al giorno. I 27 sec. d’arco sono circa 1 / 60 la larghezza della Luna piena. Così, da una notte all’altra, un TNO può viaggiare fino a 100 pixel attraverso il campo di vista dei rivelatori di DES poiché ogni pixel ha una larghezza di 0,27 secondi d’arco.

Secondo una dichiarazione rilasciata dai due ricercatori: “La nostra analisi ha rivelato sedici  oggetti precedentemente sconosciuti come TNO; uno classificabile come asteroide Troiano di Nettuno; diversi oggetti in risonanze con il moto di Nettuno e un oggetto estremamente lontano (catalogato come 2013 TV158), il cui  periodo orbitale è tra i 50 più lunghi conosciuti essendo di 1200 anni. ”

Oggetto 2013 TV158 - Credits: Dark Energy Detectives
Oggetto 2013 TV158 – Credits: Dark Energy Detectives

David Gerdes dell’Università del Michigan, che coordina i lavori, afferma che: “Nessun’altra indagine ha cercato TNO con questa combinazione di superficie e profondità. Potremmo scoprire qualcosa di veramente insolito, dato che finora abbiamo esaminato meno dell’1% della superficie che DES finirà per coprire. ”

Questa ricerca conferma una volta di più che nella (e oltre) la Fascia di Kuiper, vi è un luogo inesplorato che attende di essere osservato. Un’infinità di oggetti dalle differenti dimensioni, fatti di roccia e ghiaccio che albergano dei luoghi più remoti del Sistema Solare. Questa ricerca viene resa pubblica proprio nell’anno in cui la sonda New Horizons si appresta all’avvicinamento con Plutone, per poi oltrepassarlo e penetrare in questa zona così “vicino” a noi eppure così ignota.

(Fonte: universetoday.com )

Varie ed eventuali.

1. L’addio di due sonde illustri hanno coronato il passaggio dal 2014 al 2015.

La prima è la sonda Venus Express (dell’ESA) che ha orbitato attorno a Venere dall’aprile 2006 e che a dicembre 2014 non è più riuscita a comunicare con la Terra ed è andata alla deriva precipitando sul suolo venusiano. Otto anni di onorato servizio, con sei prolungamenti della missione e alla fine il carburante non è stato sufficiente per mantenere in orbita la sonda, che dopo un periodo di comunicazioni a singhiozzo, ha resto i tecnici incapaci di dialogare con Venus Express, lasciandola precipitare sul pianeta.

Rappresentazione artistica della Venus Express
Rappresentazione artistica della Venus Express

L’altra sonda che dopo un periodo di onorato servizio sta per esaurire il suo carburante è la sonda della NASA Messenger,che orbita attorno a Mercurio.

Gli ingegneri del team hanno deciso di usare il gas di pressurizzazione nel sistema di propulsione della navicella, per prolungare di un mese il suo studio del pianeta Mercurio, ma il suo destino è già segnato.

Messenger si trovava da qualche tempo a effettuare un sorvolo del pianeta in un’orbita più bassa rispetto alla precedente per ottenere foto a più alta risoluzione.

Rappresentazione della sonda Messenger - Credits: NASA
Rappresentazione della sonda Messenger – Credits: NASA

 

2. I Pilastri della Creazione visti dal Telescopio Spaziale Hubble venti anni dopo la prima foto di quest’oggetto posto nella Nebulosa dell’Aquila.

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Francesca