Che il buco nero centrale della Via Lattea (motore della rotazione della nostra galassia) sia ultimamente senza benzina, è cosa nota agli studiosi. Ma non è stato sempre così! Questo enorme cuore, pare che 2 milioni di anni fa si sia prodigato in una esplosione i cui effetti sono visibili ancora oggi.
Nel 2010 il Telescopio Fermi individua due enormi bolle (l’una opposta all’altra) che sovrastano il boulge galattico e che hanno un’estensione di ben 10 kpc (1 parsec -pc- è uguale a 3.26 anni luce). Queste due bolle hanno una forte emissione nella banda dei raggi gamma, sono quindi frutto di un evento altamente energetico che poteva ricondurre al buco nero galattico, ma le prove non erano sufficienti.
In questi giorni sta uscendo su The Astrophysical Journal uno studio condotto da Joss Bland-Hawthorn, i cui risultati nascono dall’analisi di un filamento di gas di idrogeno che passa sopra il Polo Sud Galattico e sembra nascondersi dietro le Nubi di Magellano. Le emissioni di H-alfa (idrogeno alfa) scoperte in questa “corrente galattica”, sono troppo energetiche per essere state prodotte dalle stelle che si trovano in prossimità del filamento: la loro emissione nell’ultravioletto non è sufficiente a eccitare il gas a tal punto.
L’evento risulta essere quindi di natura altamente energetica e pochi oggetti nella nostra galassia possono arrivare a tanto, quindi non è stato difficile nella rosa di candidati trovare il probabile colpevole: una enorme esplosione in Sgr A* (Sagittarius A* il nome con il quale viene identificato il centro galattico dove risiede il buco nero). L’esplosione ha prodotto energia e l’onda d’urto ha surriscaldato i gas circostanti anche a enormi distanze e alcuni di questi portano ancora i segni di quel improvviso e altamente energetico evento.
L’esplosione ha surriscaldato il filamento che passa sul Polo Sud Galattico oltre le Nubi di Magellano e le due bolle osservate dal Telescopio Fermi, sembrano coincidere temporalmente con questa catastrofe; secondo gli scienziati si tratta di un unico evento che ha dato vita nello stesso momento a questi due effetti che osserviamo oggi!
Che un buco nero galattico (e il nostro non fa eccezione) mangi quello che gli capita a tiro, è cosa ben nota, ma a tutt’oggi il nostro non ha ancora dato la possibilità agli scienziati di osservarlo all’opera. Questo comunque, è un evento possibile anche in tempi brevi, infatti gli astronomi tengono da tempo sotto controllo la nube G2 che recentemente ha fatto un incontro ravvicinato con il nostro buco nero, ma non vi è caduta dentro, anzi un effetto fionda l’ha smembrata e allontanata un pò, ma si sa che ciò che entra nell’orizzonte degli eventi di un buco nero, non può più sfuggirgli.
Per il nostro famelico oggetto, lo spuntino è solo rimandato e non di molto. Gli studiosi monitorano costantemente G2, pronti a coglierne la gloriosa fine, ma anche a raccoglierne l’eredità di una mole importante di informazioni che altrimenti si potrebbe solo ipotizzare. (Fonti: arxiv.org1 e media.inaf.it )
Varie ed eventuali.
1. La cometa ISON è sempre più vicina. Ecco una splendida foto presa dal telescopio spaziale Hubble nell’aprile del 2013.
2. Il 30 settembre verrà inaugurato il SARDINIA RADIO TELESCOPE (SRT). Questo gioiello aiuterà le ricerche di radioastronomia e geodinamica sfruttando i suoi 64 metri di diametro dello specchio primario, diverse posizioni focali e una copertura radio che va dai 0,3 ai 100 GHz. Sarà il primo radiotelescopio d’Europa per dimensioni e il secondo nel mondo. Il suo utilizzo spaziale non sarà solo dedito alle sorgenti radio del nostro universo, ma SRT avrà anche il compito di dialogare con le sonde spaziali (soprattutto quelle interplanetarie).
A questo link potete trovare la pagina ufficiale dell’osservatorio http://www.srt.inaf.it/
3. Ricevo e volentieri pubblico le foto scattate da un caro amico la notte di San Lorenzo, quando si possono ammirare le cosiddette stelle cadenti, e nello specifico le Perseidi. Il nome di questo sciame, deriva dal fatto che il radiante nella volta celeste prende origine proprio dalla Costellazione del Perseo. Le stelle cadenti altro non sono che pulviscolo cosmico che si trova a intersecare l’orbita terrestre. Nel momento in cui entrano in atmosfera, catturati dalla gravità terrestre, l’attrito con l’aria le incendia, producendo la caratteristica scia luminosa.
Lo foto sono state scattate lunedì 12 agosto verso le 22,30 a Campo dei Fiori (VA), su un belvedere con poco inquinamento luminoso.
Dal Cosmo è tutto…. CIELI SERENI
Francesca