Andromeda e la Via Lattea…. forse che le due galassie si sono già incontrate almeno 7 miliardi di anni fa? La particolare ipotesi è stata fatta da un team di ricercatori europeo e verrà pubblicata su Astronomy and Astrophysics. A sostegno dell’ipotesi che le due maggiori galassie del Gruppo Locale (ovvero l’insieme di galassie più prossime alla nostra e con il quale condividiamo una reciproca attrazione gravitazionale) abbiano avuto modo di sfiorarsi fra i 7 e gli 11 miliardi di anni fa, c’è il fatto che la materia oscura sembra essere di troppo in alcuni calcoli per la dinamica dei movimenti delle galassie che interagiscono fra loro.
Le due galassie maggiori del Gruppo Locale sono ovviamente la nostra e la più grande galassia di Andromeda, posta a 2,54 milioni di anni luce da noi e con una dimensione stimata attorno ai 220.000 anni luce di diametro (la Via Lattea, secondo recenti misurazioni, ha un diametro di 100.000 anni luce). Andromeda è l’oggetto dell’universo a noi più prossimo, se si escludono le piccole galassie satellite strettamente legate alla nostra.
Quello che gli studiosi hanno compreso con certezza è che le due galassie si stanno avvicinando e in un futuro compreso fra i 3 e i 4 miliardi di anni, giungeranno a fondersi in un’unica enorme galassia. Quello che non avevano fino a ora ipotizzato era che questo avvicinamento potrebbe esserci già stato alcuni miliardi di anni fa; questa ipotesi è stata presa in considerazione dal team di Hongsheng Zaho dell’Università scozzese di St. Andrews e abbraccia la teoria MOND (Dinamica Newtoniana Modificata) che aiuterebbe a spiegare i moti rotatori e le attrazioni gravitazionali fra i corpi celesti che in alcuni casi risultano diseguali se li osserva su grande scala o su piccola scala. La materia oscura (la cui esistenza non la si osserva direttamente, bensì osservando il comportamento della materia barionica o comune) non è adatta a spiegare, a esempio, alcune dinamiche del Gruppo Locale; è invece utile per comprendere il meccanismo di espansione dell’Universo visto nella sua interezza.
Secondo Pavel Kroupa dell’Università di Bonn e membro del Team, la materia oscura “avrebbe funzionato come il miele: le due galassie si sarebbero appiccicate insieme se si fossero avvicinate troppo!” Aggiunge il collega Famaey dell’Osservatorio Astronomico di Strasburgo “Ma se la teoria del MOND è corretta, allora non ci sono particelle oscure e le due grandi galassie potevano semplicemente passarsi attraverso con un passaggio di materia reciproco in lunghi bracci, che avrebbero potuto dare come risultato delle piccole galassie satellite. ”
A questo punto, tutto è da verificare; perchè se la teoria del MOND è davvero applicabile a dinamiche come queste, ciò che conosciamo anche su grande scala, potrebbe e dovrebbe essere totalmente rivisto. (Fonte: media.inaf.it )
Varie ed eventuali.
1. La cometa ISON (nome in codice C/2012 S1) ha già iniziato a dare spettacolo e ancora non ha superato l’orbita marziana!! Questa cometa è infatti ancora a poco meno di 500 milioni di km dal Sole, ma ha già sviluppato la chioma e un principio di coda (come si può vedere dall’immagine qui sotto). La lontananza non permette di determinare ancora bene la sua reale dimensione e il suo reale peso, ma stime approssimative indicano che sia grande circa 5 km di diametro e che possa pesare tra i 3,2 miliardi e i 3200 miliardi di kg.
La sua composizione interna è di ghiaccio d’acqua, ammoniaca, metano e biossido di carbonio. La sua provenienza pare essere la nube di Oort, la regione più estrema del Sistema Solare, il cui limite esterno delinea anche il confine del raggio d’azione del nostro Sole. La nube di Oort infatti è stimata in una distanza minima e massima che va da 1/10 di anno luce a 1 anno luce. ISON darà il massimo di se a novembre e sul finire del mese (precisamente il giorno 28) sarà al suo perielio (punto più vicino al Sole) a una distanza di 1,16 milioni di km.
“Questa osservazione ci dà una buona immagine di una parte della composizione di ISON e, per estensione, del disco protoplanetario da cui si sono formati i pianeti“, ha dichiarato Carey Lisse, responsabile del NASA’s Comet ISON Observation Campaign e membro del Laboratorio di Fisica Applicata della Hopkins University. “Gran parte del carbonio nella cometa sembra essere rinchiuso nel ghiaccio di anidride carbonica. Ne sapremo ancora di più a fine luglio e agosto, quando la cometa inizia a scaldarsi vicino alla linea di ghiaccio d’acqua al di fuori dell’orbita di Marte, e siamo in grado di rilevare il più abbondante gas congelato, che è l’acqua, come bolle a quella distanza nella cometa “. (Fonte: .nasa.gov/mission_pages )
2. Meraviglioso video dedicato al nostro Sole, una celebrazione magnifica del nostro astro in tutto il suo splendore e potenza!
http://youtu.be/tY2n2CHMXfI
3. E’ stata nominata una commissione d’inchiesta sull’incidente accorso a Luca Parmitano durante la sua seconda EVA.
Nel filmato qui sotto, Chris Cassidy spiega la dinamica dell’incidente accorso a Parmitano e di come l’acqua abbia cominciato a fluire all’interno del casco.