OSSERVARE L’UNIVERSO è il libro proposto in questo post; l’autore Paolo de Bernardis (ci porta) come recita il sottotitolo….OLTRE ALLE STELLE, FINO AL BIG BANG.
Titolo: OSSERVARE L’UNIVERSO
Autore: Paolo de Bernardis
Ed.: il Mulino – collana “Farsi un’idea”
Pagine 144
Prezzo: euro 9,80
ISBN: 9788815136992
Il testo non è recentissimo, ma ancora attualissimo e molto efficace, soprattutto in questi giorni di nuove rivelazioni a opera del team di Planck; ben si integra quindi con le nuove scoperte.
L’autore è un cosmologo e insegnante di astrofisica e cosmologia osservativa alla Sapienza di Roma. E’ stato però anche coordinatore dell’esperimento Boomerang e co-investigator della missione Planck.
Una vita dedicata all’osservazione del cielo profondo, e specialmente di quell’epoca ancora non ben definita del nostro Universo, in cui tutto si stava creando: i primi 380.000 anni del Cosmo.
Un territorio ancora inesplorato per l’uomo dove, fra nuovi esperimenti e accreditate teorie, si cerca comprendere cosa accadde. De Bernardis ci accompagna in un percorso fatto di curiosità e osservazioni dirette del Cosmo, spiegandoci come fin dai tempi remoti dei primi osservatori del cielo, l’infinito era motivo di interesse e curiosità.
Lo stile di scrittura dell’autore è chiaro e preciso; il testo non tratta certo di un argomento semplice, ma de Bernadis riesce a renderlo chiaro e preciso, fruibile da tutti. Cosa non sempre scontata quando l’argomento proposto affronta domande come: “quanto è grande l’universo” oppure “c’è stato un inizio e ci sarà una fine?”. Poter rispondere a queste domande, è rispondere all’esistenza del tutto. E per ora la ricerca di queste risposte ha portato solo a nuove e più complesse domande.
Con Galileo, abbiamo un notevole salto di qualità. Sotto l’aspetto cosmologico, l’utilizzo di strumenti per osservare il Cosmo ha permesso di cambiare l’idea stessa che avevamo dell’Universo. Ed è proprio grazie alla sempre maggiore precisione degli strumenti che i dati osservativi hanno potuto essere confrontati e confermati, confutando o affermando così una teoria; ma come sempre in questi casi, ponendo anche nuove e più complesse domande.
Il libro di de Bernardis attraversa i momenti importanti delle teorie cosmologiche del novecento, non trascurando le importanti basi date dalle osservazioni di Newton sulla natura della luce.
Con chiarezza quindi, de Bernardis ci spiega l’espansione dell’Universo così come teorizzata, analizzata e osservata; la possibilità quindi di una sua datazione, ma anche i costituenti del Cosmo. La nota materia barionica (quella di cui siamo fatti noi e le stelle), ma anche l’esotica materia oscura e la sfuggente e non ancora chiara energia oscura.
Ci viene poi spiegato come, esperimenti a terra quali Boomerang e programmi di osservazione nello spazio come COBE o WMAP, abbiano permesso di puntualizzare la natura della radiazione cosmica di fondo. La prima emersione della luce dal brodo primordiale. Gli ultimi due capitoli sono di fatto legati all’argomento della radiazione cosmica di fondo, e con precisione de Bernardis ci racconta i momenti della scoperta, i dati osservativi, i primi confronti fra i risultati e la teoria, e poi le analisi di ciò che la tecnologia, sempre più precisa, ci permette di capire su un evento così difficile da osservare.
Mi ha stupito positivamente come l’autore abbia spesso nel testo spiegato teorie, esperimenti e risultati osservativi non dandone una pura infarinatura teorica, ma illustrando più ampiamente il quadro generale con sintesi e precisione. De Bernardis non si limita a dirci cos’è ma ci aiuta a capire il contesto in cui un evento, una teoria o una scoperta si sono verificati e come questi abbiano influito (ad ampio spettro) in ambito cosmologico. In un testo così breve, davvero un ottimo risultato.
Questo libro è un’ottima base per comprendere e approfondire le notizie che in questi giorni ci giungono dal team di Planck. Notizie che all’epoca della stesura di questo testo avevano altri risultati. Il rapporto delle componenti dell’Universo (materia barionica, materia oscura, energia oscura e radiazione) fornito da WMAP è stato leggermente cambiato dalle analisi di Planck. Così come è notizia di questi giorni, che la nascita delle prime stelle è da postdatare di 100 milioni di anni rispetto alla nascita del Cosmo. (si faccia riferimento a questo mio articolo)
Anche la sfuggente natura delle onde gravitazionali (ipotizzate nella teoria della relatività di Einstein) sono tutt’ora difficilissime da osservare. Nuovamente i dati di Planck hanno congelato le buone speranze che Bicep2 aveva infuso l’anno scorso in merito all’osservazione (non diretta) delle onde gravitazionali.
E’ il bello di questa scienza così dinamica: l’Astronomia non è mai uguale a se stessa, nel tempo e nello spazio. Nuovi eventi, teorie o scoperte, possono radicalmente cambiare il nostro modo di vedere il cielo. Così come fece il primo telescopio puntato verso il cielo da Galileo o come ha fatto il telescopio Hubble dagli anni 90 in poi.