Gli astronomi hanno probabilmente individuato la stella più vecchia della nostra Galassia nell’astro HD 140283 che si trova anche relativamente vicina al Sole distando “solo” 186 anni luce da noi.
Determinare l’età della stella, ha richiesto diversi passaggi. In primo luogo, il team ha fatto una determinazione nuova e più accurata della distanza della stella, con 11 set di osservazioni registrate tra il 2003 e il 2011, con sensori di guida il telescopio spaziale Hubble, che misurano la posizione delle stelle di riferimento in relazione all’oggetto da osservare. Dopo aver misurato la distanza e la luminosità della stella come appare in cielo, gli astronomi sono stati in grado di calcolare la luminosità intrinseca della stella con precisione.
La stella era già conosciuta come stella con abbondanza di idrogeno ed elio, ma povera di metalli ovvero appartenente a quella categoria di stelle formatasi nella prima generazione in cui l’Universo era ai suoi primordi. Tuttavia nel suo cuore, l’idrogeno starebbe progressivamente esaurendosi, oscurando lentamente la stella. Il team di Howard Bond della Pennsylvania State University ha potuto calcolare con precisione che HD 140283 ha un’età di almeno 13.2 miliardi di anni (contro i 13.7 dell’intero Universo). Questa stella si contende il primato della vecchiaia con HE 1523-0901 che ha un’età simile, ma per noi ha lo svantaggio di trovarsi a 5000 anni luce contro i 186 di HD 140283. (Fonte: scientificamerican.com )
Varie ed eventuali.
1. Si è causato un guasto meccanico sul Telescopio Kepler che potrebbe mettere a rischio l’intera missione!
Kepler è il telescopio cacciatore di pianeti; il suo archivio è talmente vasto (156.000 stelle sotto osservazione) e importante che si è addirittura deciso di metterlo on line per fare in modo che anche i fruitori del web possano vedere i grafici stellari e dare un giudizio sulla presenza o meno di un eventuale pianeta attorno a una data stella. Il sito è planethunters.org
Il guasto di Kepler si è causato nell’estate 2012, con il blocco di una delle quattro ruote che contribuiscono a stabilizzare lo strumento permettendo immagini il più possibile ferme e pulite delle stelle sotto osservazione. Come nelle auto, anche Kepler è dotato di una ruota di scorta che ora è in sostituzione di quella rotta, ciò significa che se una seconda ruota si blocca, la missione potrebbe essere dichiarata finita. Le tre ruote che infatti ancora funzionano, sono comunque ruote usurate tanto quanto quella che per prima si è bloccata.
L’obbiettivo ora dei tecnici della NASA è quello di fare in modo che le ruote si orientino in modo alternato, preservandole il più possibile da ulteriore usura; in questo senso è già operativo un piano. Si tenta quindi di mantenere attivo il telescopio fino al termine della data prevista per la missione, che è stata prolungata fino al 2016. (Fonte: astronautinews.it )
2. Una base spaziale gonfiabile??? Perchè no!! Il progetto pare essere già partito.
3. Betelgeuse, una delle stelle più interessanti del cielo che si trova nella costellazione dell’Orione, si sta progressivamente avvicinando al periodo della sua morte. In termini astronomici si potrebbe dire che ogni momento è buono, ma i tempi dell’Universo non sono mai i tempi dell’uomo! Questa stella è una supergigante rossa a poco più di 600 anni luce da noi. Le sue dimensioni (recentemente riviste) la rendono una delle stelle più grandi mai osservate: essa infatti pare essere 1000 volte il Sole e possiede una luminosità di 135.000 quella del nostro Sole.
E’ una stella che è tenuta in costante monitoraggio e questo porta a volte a nuove scoperte come quella fatta dal telescopio Herschel che ha osservato delle onde d’urto di materia espulsa dalla stella e che secondo le stime dovrebbero andare a collidere contro la materia interstellare fra 5000 anni.
La materia espulsa dalla stella, si sta allontanando e punta dritta verso il muro di materia (alla sinistra della foto) alla velocità di 30 km/sec. Se la velocità resta costante, fra 12500 anni sarà la stessa Betelgeuse a essere toccata dalla materia interstellare. (Fonte: esa.int )
4. Il 28 gennaio ricorre il ventisettesimo anniversario dalla tragedia dello Space Shuttle Challenger. Una delle tre pagine nere nell’astronautica americana.
Prima fila da sinistra a destra: Michael John Smith, Dick Scobee e Ronald McNair. Seconda fila da sinistra a destra: Ellison Onizuka, Christa McAuliffe, Gregory Jarvis e Judith Resnik.
Dal Cosmo è tutto….CIELI SERENI.
Francesca