I SEGRETI DI PHOBOS – HAYABUSA: IL FALCO TORNA AL NIDO

Vorrei fare il punto sull’esplorazione di Marte, dato che si e’ recentemente ipotizzato un prossimo viaggio dell’uomo sul pianeta rosso attorno al 2030. La sonda dell’ESA, la Mars Express, prosegue con le sue orbite attorno al pianeta e con flyby ravvicinati ai satelliti; recentemente (precisamente nelle date del 7 / 10 / 13 marzo 2010) ci sono stati alcuni “incontri” con il satellite Phobos (cfr la pagina 013 – PAURA E SPAVENTO).

Schema delle orbite della Mars Express che intersecano lorbita di Phobos - Credits: ESA
Schema delle orbite della Mars Express che intersecano l'orbita di Phobos - Credits: ESA

Phobos si comporta come la nostra Luna: rivolge a Marte sempre la stessa faccia!!! I flyby esterni all’orbita del satellite permettono quindi di fotografarne il lato nascosto! Phobos ha una forma decisamente strana se la si paragona alla nostra Luna e altrettanto discussa e’ la sua origine. Prima cosa da sottolineare e’ che e’ un corpo piccolo (recenti osservazione ne hanno stimato le dimensioni in: 27 × 22 × 19 km); e’ in oltre in corso l’analisi chimica delle sostanze di superficie che compongono il corpo celeste; analisi fatte in base ai dati raccolti dai flyby e non da un atterraggio sul satellite, quindi dati indiretti; pare che la sua composizione lo collochi fra i corpi nati altrove e catturati da Marte in un secondo tempo, ma il suo piano orbitale attorno al pianeta rosso, fa sorgere dubbi: la sua posizione equatoriale fa pensare a una formazione in loco (cioe’ in contemporanea con Marte e nello stesso luogo di Marte).

Il satellite Phobos a colori - Credits ESA
Il satellite Phobos a colori - Credits ESA

Attualmente attorno al pianeta orbitano tre sonde: la Mars Express (ME), la Mars Odyssey (MO) e Mars Reconaissance Orbiter (MRO). Sul pianeta ci sono alcuni rover operativi: Spirit (operativo da 6 anni) e Opportunity (operativo da 6 anni). Va ricordato che sono ancora sul pianeta il rover Sojourner (portato su Marte dalla Pathfinder nel 1997) e che funziono’ per 3 mesi (ben 2 mesi oltre le previsioni) ora e’ inattivo; si tento’ di non perdere i contatti, ma la missione venne dichiarata definitivamente conclusa nel marzo del 1998. Un altro rover di cui si sono perse le tracce e’ la Phoenix. Nel novembre 2008 la sonda giaceva in un area proibitiva del pianeta rosso, sommersa da ghiaccio secco a temperature estreme! A cavallo fra il 2009/2010 la sonda MRO ha tentato piu’ volte di contattarla, ma la mancanza di Sole ha impedito ai sistemi (alimentati da pannelli solari) di essere operativi e rispondere alle chiamate. Il computer di bordo e’ in grado di riattivarsi da solo appena l’energia glielo permette, con la modalita’ Lazarus (hanno il senso dell’umorismo questi scienziati!!). Il 13 maggio 2010 la MRO tentera’ un’ultima chiamata alla sonda, se questa non rispondera’, Phoenix verra’ definitivamente abbandonata! Anche questa sonda ha comunque superato brillantemente il periodo previsto di funzionamento.

Phobos e sullo sfondo il profilo di Marte - Credits ESA
Phobos e sullo sfondo il profilo di Marte - Credits ESA

Le future missioni che raggiungeranno il pianeta saranno la missione russa Phobos-Grunt, che verra’ lanciata nell’ottobre del 2011. Lo scopo della missione e’ di fare atterrare un piccolo rover sul satellite Phobos, recuperare alcuni campioni del suolo e tornare a terra con il prezioso carico. Questo tipo di lavoro e’ gia’ stato fatto da altre sonde, attualmente sta tornando a terra (con non poche difficolta’) la sonda giapponese Hayabusa con campioni pelevati dall’asteroide Itokawa. Dirette a Marte ci sono anche le missioni Mars Science Laboratory (MSL – statunitense, anche questa con previsione di lancio nel 2011) e dell’ambizioso Programma Aurora dell’ESA previsto per il 2016. (Fonti: ESA – AstroWorld)

Lombra della sonda Hayabusa proiettata sullasteroide Itokawa - Credits JAXA
L'ombra della sonda Hayabusa proiettata sull'asteroide Itokawa - Credits JAXA

Ho accennato prima alla sonda Hayabusa, la piccola sonda sta tornando a casa; nel momento in cui scrivo, si trova a 17.414.360 km dalla Terra. E’ previsto che Hayabusa tocchi terra il giorno 13 giugno 2010 alle 11.00 ora giapponese e che atterri nella zona di Woomera – Australia. Il carico che questa sonda porta con se, e’ del materiale prelevato sulla superficie dell’ateroide Itokawa. Un corpo celeste che segue un orbita molto eccentrica attorno al Sole e che interseca l’orbita marziana. Itokawa appartiene alla classe di asteroidi Apollo: asteroidi che si trovano relativamente vicino alla Terra e che sono costantemente monitorati nelle loro traiettorie! Nel novembre 2005 Hayabusa si posò su Itokawa e per 30 minuti e prelevò il materiale da portare a terra. Questo era lo scopo della missione. Se sia stato un successo o meno lo si potra’ verificare solo quando la capsula verra’ aperta. Il sistema di prelevamento si doveva svolgere nel seguente modo: una specie di “fucile” avrebbe sparato un colpo sulla superficie, facendo sollevare del materiale che sarebbe stato catturato da una capsula; il codizionale e’ d’obbligo perche’ da terra risulta che il fucile non abbia sparato!!!!!!!!!!! Se cosi’ fosse Hayabusa sta tornando a mani vuote………

Il suolo dellasteroide Itokawa fotografato dalla sonda hayabusa allatterraggio - Credits JAXA
Il suolo dell'asteroide Itokawa fotografato dalla sonda Hayabusa all'atterraggio - Credits JAXA

Ora i campioni (se ci sono, altrimenti ci si fara’ bastare la “sporcizia” che gli e’ rimasta attaccata all’apparato di prelevamento) stanno viaggiando verso la Terra; Hayabusa non ha certo fatto un viaggio di piacere: le difficolta’ sono state molte e si e’ rischiato di vedere fallita la missione! La sonda ha perso propellente, ora viaggia con 1 dei 4 motori a ioni, per mesi non diede segni di vita, ha avuto problemi sulla parte elettrica e la sua traiettoria di rientro e’ stata modificata per permettere alla sonda di rientrare comunque; questo ha comportato un ritardo di tre anni sulla conclusione della missione. Male che vada, la parte che si distacchera’ dall’altronave madre e che rientrera’ a terra dovrebbe produrre un bolide artificiale molto luminoso che verra’ monitorato e seguito… Se sarete nella zona di Woomera – Australia il prossimo giungo 2010 tenete pronte le macchine fotografiche!!!

Un’ultima nota di colore: la parola giapponese hayabusa significa falco pellegrino, speriamo che il “nostro” ritorni al nido……… ferito, ma vivo!!! (Fonte JAXAFocus)

Dal Cosmo e’ tutto…….

Francesca

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